Nei primi mesi di vita, anche la figura paterna gioca un ruolo fondamentale nella costruzione del legame affettivo. Sebbene il contatto iniziale sia più intenso tra il neonato e la madre, la presenza del padre arricchisce la relazione, offrendo al bambino nuove forme di sicurezza e di scoperta del mondo.
Il papà contribuisce a creare equilibrio nella diade madre-bambino, sostenendo la madre nei momenti di fatica e offrendo al piccolo un modo diverso di entrare in contatto con la realtà. Attraverso il gioco, la voce, i gesti e lo sguardo, il padre aiuta il bambino a esplorare, a tollerare la distanza e a sviluppare fiducia in sé e negli altri.
La sua presenza affettuosa e stabile diventa un ponte tra l’intimità del legame primario e l’apertura verso l’esterno. Quando il padre partecipa attivamente alla cura — cambiando, cullando, parlando, guardando negli occhi il proprio bambino — trasmette messaggi di sicurezza e competenza che si imprimono nella memoria emotiva del piccolo.
Anche nei momenti di difficoltà, la funzione paterna è quella di contenere, rassicurare e riportare equilibrio. Offrendo sostegno emotivo alla madre, contribuisce a creare un clima familiare sereno, nel quale il bambino può crescere sentendosi accolto da più voci e più mani. Nei primi sei mesi, il papà non è un “aiuto”, ma una presenza fondamentale nella storia affettiva del bambino: parte integrante di quella rete di amore, contatto e protezione che forma le prime basi della sua sicurezza emotiva e del suo futuro modo di stare nel mondo.