Nel mondo della sanità, i numeri parlano chiaro. Ma non raccontano tutto. Dietro ogni statistica c’è un volto, una voce, una mano che si tende per chiedere o offrire aiuto. Per Fondazione Poliambulanza, ogni indicatore è un punto di partenza per una narrazione più profonda: quella di un luogo che da oltre cent’anni unisce assistenza, innovazione e spiritualità.

Fondazione Poliambulanza, Istituto Ospedaliero Non Profit
Nel suo Bilancio Sociale 2024, la Fondazione traccia un ritratto preciso e insieme vibrante del proprio operato. A guidarlo è una consapevolezza: «La sanità è un servizio primario. Ridurla alle regole del mercato è deprimente, ma ignorare la questione della sua sostenibilità economica è altamente irresponsabile», come il Presidente Mario Taccolini tiene a sottolineare, in apertura del documento. È da qui che si dipana un racconto che tiene insieme concretezza e visione.
Una sanità radicata nella storia, aperta al futuro
Fondata nel 1903 nel cuore di Brescia, Poliambulanza è oggi una delle realtà non-profit maggiormente riconosciute nel panorama lombardo e nazionale. Una struttura moderna, tecnologicamente avanzata, ma profondamente fedele a un principio originario: «Curare le persone con competenza, prossimità e dignità».
Una vocazione che si è tradotta, nel corso del 2024, in oltre 30.000 ricoveri, più di 19.000 interventi chirurgici, 21.397 accessi al Pronto Soccorso (di cui 2.780 in codice rosso), circa 2.700 bambini nati, e oltre 540.000 prestazioni ambulatoriali. Ogni giorno, più di 2.400 persone entrano in contatto con l’ospedale per prenotare, chiedere, ricevere cure e attenzione.
Ma i numeri, per quanto significativi, non bastano. «Ogni paziente è una storia. E ogni storia è una chiamata a fare di più e meglio», si legge in una riflessione condivisa dal Board Bioetico della Fondazione.
Luogo di eccellenza, presidio di prossimità
L’attività clinica di Poliambulanza si articola in numerose aree di eccellenza. L’oncologia è tra le più rilevanti: nel 2024 si contano 1.732 interventi chirurgici oncologici, 741 cicli di radioterapia, 3.785 nuovi carcinomi diagnosticati e una Breast Unit certificata EUSOMA che ogni anno gestisce oltre 400 casi. Non mancano le iniziative di supporto psicologico, inclusi gruppi di rilassamento, percorsi di ascolto e la consegna gratuita di parrucche a chi affronta la chemioterapia.
La cardiologia è un altro fiore all’occhiello: 3.441 ricoveri, 216 TAVI (sostituzioni valvolari per via percutanea), una Sala Operatoria Ibrida unica in Italia, e tassi di mortalità post-intervento tra i più bassi a livello nazionale. «La chirurgia cardiovascolare oggi è mini-invasiva, multidisciplinare e centrata sulla persona. È qui che la tecnica incontra l’etica», osserva il cardiochirurgo Giovanni Troise.
Centrale è anche la presa in carico degli anziani e dei pazienti cronici, con oltre 5.600 ricoveri in Geriatria e Medicina Generale. Qui il modello non è soltanto sanitario, ma sociale: valutazioni multidimensionali, supporti respiratori non invasivi, letti, colore per triage interni e un lavoro integrato tra infermieri, fisioterapisti e medici.
L’ospedale che forma e fa ricerca
A rendere Poliambulanza un punto di riferimento non è solo ciò che accade nei reparti, ma anche ciò che si costruisce per il futuro. Il legame con l’Università Cattolica del Sacro Cuore dà vita a un polo formativo di alto livello, che include il Corso di Laurea in Infermieristica, la Scuola per Operatori Socio-Sanitari e i percorsi ECM.
«Formare vuol dire prendersi cura due volte: dei pazienti e di chi li cura. Per questo investiamo ogni anno in nuovi percorsi formativi, anche sulla comunicazione, l’ascolto, la spiritualità», spiega Daniela Conti, Direttrice delle Risorse Umane.
Il Centro di Ricerca Eugenia Menni continua a sviluppare progetti biomedici e sperimentazioni cliniche, con particolare attenzione alle patologie oncologiche e degenerative. Cresce anche l’uso della chirurgia robotica (Da Vinci Xi) e della telemedicina, pensata come estensione domiciliare dell’assistenza ospedaliera.
Sostenibilità: ambientale, economica, umana
Il Bilancio Sociale non è solo una fotografia dell’attività sanitaria: è una dichiarazione d’intenti su come la cura possa essere esercitata nel rispetto dell’ambiente, delle risorse pubbliche, delle persone.
Nel 2024 Poliambulanza ha impiegato oltre 1.700 professionisti, di cui il 71% donne, attivato politiche di conciliazione, ampliato i servizi di welfare e potenziato le attività di ascolto psicologico per il personale. Sono stati implementati sistemi di risparmio energetico, ottimizzata la gestione dei rifiuti sanitari, e mantenuto l’equilibrio economico attraverso il reinvestimento integrale degli utili in tecnologie, formazione e manutenzioni.
«La nostra sostenibilità è integrale: non economica o ambientale, ma umana», afferma il Direttore Generale Marcellino Valerio.
Cura delle fragilità, ascolto delle comunità
Poliambulanza non si esaurisce nel suo perimetro fisico. È un presidio di prossimità, una rete che si estende sul territorio con servizi domiciliari, ambulatori sociali, progetti educativi nelle scuole, campagne di screening e collaborazione attiva con le associazioni locali.
«La persona fragile è quella che ci interroga di più. Il nostro lavoro non si esaurisce in corsia: inizia spesso in famiglia, nei quartieri, nelle pieghe della solitudine», racconta Tony Sabatini, Direttore dell’Area Medica.
Tra i progetti più significativi del 2024 ci sono quelli dedicati alla prevenzione del tumore al seno, l’ampliamento dell’ambulatorio “Margherita Rastrelli” per pazienti con embolia e ipertensione polmonare, e le iniziative con Fondazione Onda che hanno portato a Poliambulanza tre Bollini Rosa.
Un futuro radicato nella cura
Guardare avanti, senza perdere il senso dell’origine. È questa la traiettoria che la Fondazione si è data. Nel prossimo triennio, le linee strategiche includono lo sviluppo della medicina di comunità, l’integrazione tra ospedale e territorio, la digitalizzazione dei percorsi assistenziali, il rafforzamento della ricerca clinica e l’accesso equo alla cura.
A illuminare questa direzione contribuisce anche l’invito che fu di Papa Francesco, riportato nel bilancio: «Non releghiamo chi è fragile lontano dalla nostra vita… facciamone piuttosto un’occasione per crescere insieme».
E così Poliambulanza continua a essere ciò che è sempre stata: una casa della cura, del sapere e della speranza. Un luogo in cui la tradizione cristiana si fa azione concreta, dove l’efficienza non cancella la compassione e dove ogni gesto – sanitario, amministrativo, formativo – si orienta a una sola verità: la persona.
Perché, come ricordava Santa Maria Crocifissa Di Rosa, fondatrice delle Suore Ancelle della Carità: «Le ammalate sono le vostre padrone, e voi le loro Ancelle».